L'amore secondo Welsh



“Sai, Nukes, non sono abituato a questo tipo di gioco, eh, no. Cioè, non sono mai stato veramente innamorato, prima, per cui non so se è vero amore, una questione di chimica o una forma di infatuazione. Però mi pare che c’è qualcosa, vecchio, qualcosa di profondo, di spirituale…”

“Già trombata?”, chiede lui.

“Nah, nah, cerca di ascoltarmi…il sesso non c’entra. Stiamo parlando di amore. Elettricità, chimica eccetera…ma ancora più in là. Perché quuella roba lì è sesso, sballo e nient’altro. Ma non so cosa sia l’amore, vecchio, cioè: essere innamorato”.

“Sei stato sposato, no?”

“Si, caterve di anni fa, ma a quei tempi non capivo niente. Avevo soltanto diciassette anni. Volevo soltanto avere il mio buco tutte le sere, mi sono sposato solamente per quello”.

“Motivo abbastanza valido. Eh, c’è mica niente di male ad avere il tuo buco tutte le sere”.

“Si, vabbè, però ci ho messo poco a scoprire che, sicuro, lo volevo tutte le sere, ma non dalla stessa ragazza. E lì sono cominciati i casini”.

“Bè, Lloyd, forse sei arrivato al punto. Forse hai appena trovato la definizione di vero amore. Amore è quando uno vuole il suo buco tutte le sere, ma dalla stessa ragazza…”.

Ecstasy di Irvine Welsh
Dialogo che mi ricorda - vai a capire i labirinti della mente - la canzone Chiudi gli occhi (la vita è un sogno) del grande Fausto Rossi, contenuto nell'album L'erba.

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