"Surrogates" e il futuro che ci sta cambiando sotto gli occhi



Il bello della fantascienza è che quella fatta bene, arriva sempre ad anticipare i mutamenti della società.

Surrogates (qui da noi Il mondo dei replicanti) è un film di fantascienza del 2009 diretto da Jonathan Mostow basata sulla serie a fumetti The Surrogates, scritta da Robert Venditti e disegnata da Brett Weldele.

Nel film le premesse sono diverse, ma le conseguenze possono adattarsi benissimo alla situazione che stiamo vivendo. Il film racconta di un mondo in cui tutti sono rinchiusi a casa e in giro a svolgere i lavori quotidiani ci sono degli androidi (surrogati) comandati a distanza proprio dagli umani chiusi nelle loro case.

Robot personalizzabili nell'aspetto, avatar che vanno a lavoro, sbrigano faccende, incontrano persone..., mentre chi li comanda se ne sta isolato nella sua stanzetta, al sicuro da brutti incontri (e da maledetti virus, per esempio).

Ho rivisto il film proprio in questi giorni, chiuso in casa per la quarantena e con la voglia di vedere un prodotto di fiction che però parlasse anche del mondo in cui viviamo - per lo meno di un possibile mondo...

Un film sicuramente non perfetto ma che appaga un certo amante del cinema action che nello stesso tempo vuole tenere il cervello acceso.

Per il momento non si arriverà certo a vedere surrogati per strada (anche se da amante della tecnologia e della fantascienza sarei proprio curioso di vederlo) ma questa situazione che stiamo vivendo sta stravolgendo parecchie abitudini, e portando una accelerazione in alcuni aspetti della società che sembravano cristallizzati, nel peggiore dei casi, molto lenti nel subire cambiamenti nel migliore.


Sto parlando della frenetica corsa alla tecnologia di molte persone.
Sto parlando della frettolosa, confusa, disorganizzata digitalizzazione in alcuni settori.

Persone allergiche alla tecnologia che scaricano app per poter pagare bollettini; pensionati che controllano la pensione via smartphone; amanti della carta stampata (perchè si sa, l'odore dei libri...) che iniziano a leggere in e-book; negozianti che pur di continuare a vendere stanno mettendo in piedi il loro e-shop; banche e finanziarie che sviluppano procedure per l'identificazione del cliente per poter offrire servizi - prestiti, cessioni etc etc - a distanza; scuole di formazione che offrono corsi online; l'incentivazione dello smart working... e questi sono solo pochi esempi tra quelli di cui ho conoscenza diretta.

Eravamo pronti a tutto questo? No. Però, che ci piaccia o no, per il momento è così, e se le reti non collassano prima questo che stiamo vivendo sarà il nostro futuro.

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