Lost Girls e il serial killer di Long Island


Lost Girls è approdato su Netflix venerdì 13 marzo. Uno dei tanti film nel mucchio, di quelli che vengono rilasciati dalla piattaforma di streaming un tanto al chilo, senza particolare clamore né chissà quanta pubblicità a sostegno. Uno di quei film in cui si incappa quasi per sbaglio mentre si scorre il catalogo del servizio di streaming, film che possono interessare solo gli amanti del crime e delle storie vere.

Diretto da Liz Garbus, documentarista e filmaker statunitense abbonata al Sundance e con una candidatura all'Oscar per il film The Farm: Angola, USA, diretto assieme a Jonathan Stack nel 1998, Lost Girls è tratto dal romanzo omonimo di Robert Kolker, sceneggiato da Michael Werwie, ed interpretato da una intensa Amy Ryan.

Il film è la storia di Mari Gilbert, che alla ricerca della figlia scomparsa, fa luce su un'ondata di omicidi irrisolti di giovani donne.

Il film


Un film dalla regia piuttosto televisiva, che trae la sua forza dalla vicenda narrata, da una progressione drammatica che lascia spiazzati e dall'interpretazione di una convincente Amy Ryan.

Lost Girls è uno di quei film che, sulla scia di Tre Manifesti ad Ebbing, Misspouri (anche in questo film c'è una madre testarda che non si arrende e vuole giustizia per la figlia) lascia lo spettatore confuso a brancolare nel buio, a volerne sapere di più. Un crime che finisce con un nulla di fatto, una storia di brutali omicidi che termina senza che il colpevole venga assicurato alla giustizia, una storia di crudele ingiustizia con tutti gli ingredienti di un cupo thriller.

Ma soprattutto Lost Girls è un film di donne. Donne che hanno perso qualcuno, donne che cercano una tardiva redenzione, donne che cercano l'unione, il conforto e la solidarietà necessarie per superare un lutto e andare avanti nella propria vita; donne che resistono, donne che credono, donne che sperano, donne che lottano. Per loro e per chi non c'è più.

Una scena del film Netflix "Lost Girls"

E il fulcro è proprio la figura di Mari Gilbert, madre dal carattere a dir poco ruvido, che cerca di dare giustizia alla figlia e alle ragazze uccise. Giustizia e dignità. Perchè una donna merita rispetto qualsiasi lavoro faccia. Perché una persona è una persona, non basta etichettarla come "prostituta" per sapere tutto di lei e del suo mondo. Shannan, questo il nome della figlia scomparsa di Mari, era una ragazza, con sogni, speranze, illusioni, una donna che aveva già affrontato momenti difficili e veri e propri traumi. E la sua vita non merita certo di essere riassunta con una "prostituta trovata morta", due righe di inchiostro nero sulla prima pagina di un giornale, commenti sprezzanti e generale indifferenza da parte di chi dovrebbe far luce sul mistero.

Per questo combatteva Mari. 

Non è un film del tutto riuscito, non brilla per regia, ritmo o interpretazioni -  a parte la già citata Amy Ryan e un Gabriel Byrne nei panni del detective - ma è un film che abbracciando la pura cronaca cerca di far conoscere al grande pubblico una vicenda terribile e ancora avvolta nel mistero.

Perché la storia del serial killer di Long Island è una storia ancora aperta.

Dieci vittime ritrovate. Un pugno di sospetti. Nessun colpevole arrestato.

Mettetevi comodi perchè ne ho da raccontarvi, sarà un viaggio bello lungo, e non sarà certo una passeggiata. Ogni volta che pensavo di aver messo la parola fine a questo articolo ecco che la maledetta curiosità mi spingeva ad imboccare un'altra strada, a cercare altre informazioni, e a rimanere impantanato ulteriori giorni e cercare, leggere, tradurre (perché in italiano non c'è moltissimo su questa storia), verificare, incrociare fonti, visitare forum dedicati ai crimini o ascoltare podcast dedicati. 

Le ultime notizie risalgono a Gennaio del 2020 quando la polizia di Suffolk County - territorio in cui sono stati ritrovati i corpi - mette online un sito web per divulgare le informazioni sul caso; mette in rete tutto il materiale in suo possesso, pubblicando foto e aggiornamenti nella speranza che qualcuno ricordi qualsiasi cosa e li indirizzi verso la pista giusta.

Ma facciamo un passo indietro.

Una ragazza scappa nella notte


E' il 1 maggio del 2010, quando Mari Gilbert scopre che la primogenita Shannan Maria, 24 anni, è scomparsa nel nulla.

Shannan era una escort, e per contattare i clienti usava un portale di annunci chiamato Craigslist

Le ultime informazioni che si hanno della ragazza la vedeva in fuga dalla casa di un cliente ad Oak Beach, sulla sponda sud di Long Island.

Quello che segue è la cronaca di quella serata drammatica che ha preceduto la sparizione della ragazza.

Shannan è stata accompagnata a casa del cliente da un autista, Michael Pak. La zona in cui doveva tenersi l'incontro era quella di un comprensorio di case, una settantina, una circoscritta comunità costiera poco distante da Long Island. Una zona i cui dintorni sono un groviglio di vegetazione selvaggia, paludi, zone salmastre ed acquitrinose difficili da percorrere e complicate da dragare in cerca di corpi.

Queste sono alcune delle scene del crimine in cui sono stati ritrovati i corpi, prese dal sito della Polizia della Contea di Suffolk. Rendono meglio l'idea di qualsiasi descrizione possibile...




Alcune scene del crimine - via Gilgo News

La telefonata al 911 comincia proprio dentro casa del cliente, Joseph Brewer, per poi proseguire all'esterno. Sono le 4.51 di notte.

Quello che sappiamo è che Shannan ad un certo punto iniziò a comportarsi in modo irrazionale. Il cliente chiamò l'autista, ma la ragazza rifiutò di lasciare casa del cliente con l'autista e ad un certo punto uscì di casa e si mise a correre

L'ex capo dei detective della contea di Suffolk, Dominick Varrone, ha riferito ai media della telefonata al 911 confermando questa versione e dicendo che la ragazza sembrava terrorizzata, e che in sottofondo sentiva due voci maschili, sicuramente l'autista e il cliente.

Ricordatevi di questa telefonata al 911: ci ritorneremo poi.

Shannan scappa dalla casa del cliente, inizia a correre, bussa alle porte delle case lungo la strada. Gus Colletti, un vicino di Joseph Brewer conferma la ricostruzione. Apre alla ragazza, la fa entrare; lei è terrorizzata, lui cerca di calmarla, chiama il 911 dicendo alla ragazza di calmarsi, sedersi e aspettare l'arrivo della polizia. Arriva anche l'autista. Ma Shannan improvvisamente esce dalla casa di Colletti e riprende la sua corsa all'esterno.

Viene raggiunta da Michael Pak, che l'ha inseguita con il suo SUV nero cercando di convincerla ad entrare in macchina. La ragazza continua la sua corsa frenetica, e bussa questa volta alla porta di una donna, Barbara Brennan, una vedova che ha perso il marito durante l'11 settembre. La donna impaurita non apre alla ragazza ma fa due telefonate, una alla polizia, la seconda ad un suo vicino di casa, tale Tom Canning. Canning arriva a casa di Brennan con il suo cane, ma, ricorda, "Non c'era nessuno da salvare".

Nella telefonata, da quello che possiamo sapere (ma poi, come detto, ci ritorneremo) Shannan non dice mai da chi stava scappando o di chi avesse paura.

La polizia arriva sul posto alle 5.40, ma poichè Shannan durante la sua chiamata al 911 non aveva specificato dove fosse, la telefonata venne dirottata alla centrale operativa del New York State Police, non a quella del locale dipartimento di Suffolk County. Per questo motivo le uniche informazioni che gli agenti hanno era quanto riferito loro dalle telefonate delle due persone cui Shannan aveva bussato in cerca di aiuto.

All'arrivo della polizia, di Shannan e del SUV non c'è nessuna traccia.

La telefonata di Shannan al 911 durò 23 minuti.

Fu solo quando la famiglia di Shannan ne denunciò la scomparsa, che la Polizia iniziò a fare due più due, a ricollegare i pezzi e iniziarono le ricerche della ragazza.

Le ricerche scoperchiarono un cupo vaso di Pandora, e il luogo in cui si sbarazzava dei cadaveri quello che venne chiamato "il killer di Long Island", o "il killer di Gilgo Beach".

Le vittime



Il primo rinvenimento avvenne l'11 Dicembre 2010.  Un agente, John Malia, sta addestrando un nuovo cane poliziotto di nome Blue, un pastore tedesco, che nel corso dell'addestramento rinviene dei resti scheletrici in una zona vicino a Gilgo Beach al largo di Ocean Parkway. I resti vennero identificati come Melissa Barthelemy, una escort che offriva i suoi servizi proprio attraverso Craigslist.

Ma fu solo l'inizio: dopo due giorni, poco distante dalle spoglie di Melissa Barthelemy vennero rinvenuti i resti di altre tre donne, identificate come Maureen Brainard-Barnes, Megan Waterman e Amber Lynn Costello, date per disperse tra il luglio del 2007 e settembre del 2010. Tutte e tre erano escort.

Dal sito Gilgo News:

Mentre continuava la ricerca di Shannan Gilbert diverse miglia a est di dove furono trovate le quattro escort di Craigslist, il 29 marzo 2011 fu trovata una serie di resti scheletrici parziali che furono successivamente identificati come quelli di Jessica Taylor, un'altra escort. I resti parziali di Taylor erano stati precedentemente scoperti il ​​26 luglio 2003 al largo di Halsey Manor Road a Manorville.

Meno di una settimana dopo, il 4 aprile 2011, sono stati scoperti altri tre parti di corpi. Il primo è stato identificato come quello di una donna i cui resti parziali sono stati scoperti dai cacciatori in un area boscosa al largo di Halsey Manor Road a Manorville il 19 novembre 2000. Questi resti rimangono non identificati e sono conosciuti come Jane Doe #6

Una seconda serie di resti scheletrici scoperti vicino a Jane Doe #6 erano quelli di una bambina non identificata. 

A ovest di Jane Doe #6 e la bambina c'erano i resti scheletrici di un maschio asiatico non identificato. 

Una settimana dopo, mentre cercava più a ovest lungo Ocean Parkway nella contea di Nassau, furono trovati due ulteriori insiemi di resti scheletrici a circa sette miglia di distanza dai resti scoperti il 4 aprile. La Polizia ritiene che siano i resti della madre della bambina trovata una settimana prima. L'altra serie di resti parziali è stata collegata attraverso l'analisi del DNA ai resti trovati a Davis Park, una frazione di Fire Island nel 1996.

I resti di Shannan sono stati trovati casualmente in una palude il 13 Dicembre del 2011, diciannove mesi dopo l'inizio della ricerca per la sua scomparsa. Nonostante il profilo identico alle altre vittime identificate - come le altre Shannan era una escort che pubblicizzava i suoi servizi su Craiglist - la polizia ritiene che non sia vittima dello stesso killer, ma che la ragazza sarebbe annegata nella palude mentre correva quella notte, sfuggendo a chissà chi. Shannan è stata ritrovata a solo mezzo miglio da dove è stata vista l'ultima volta.

Shannan Gilbert

Se navigherete nel sito ufficiale della Polizia della Contea di Suffolk scoprirete che Shannan viene citata solo come escort scomparsa durante le cui ricerche vengono scoperti gli altri corpi. Dopodichè non viene più nominata.

Un'autopsia eseguita sul corpo della ragazza si rivelò inconcludente; la polizia riteneva che la causa della morte fosse il risultato dell'annegamento

Nella conferenza stampa del 16 Gennaio in cui hanno annunciato il lancio del sito web dedicato agli omicidi la polizia ha confermato di non credere che la sua morte di Shannan sia legata agli altri perché, ha riferito Geraldine Hart, commissario di polizia della contea di Suffolk "non corrisponde al modello degli omicidi di Gilgo Beach", ma ha anche detto che la sua morte è parte dell'indagine sugli omicidi di Gilgo Beach.

Mari Gilbert si oppose violentemente a queste conclusioni e lottò tutta la vita per far riconoscere la figlia come ennesima vittima del serial killer di Long Island. Un'autopsia indipendente richiesta dalla famiglia di Gilbert ha scoperto che Shannan potrebbe essere stata strangolata a morte. 

Per saperne di più su quella maledette notte la famiglia di Shannan chiese alla polizia di rilasciare la registrazione della chiamata del 911 che Shannan fece la notte in cui è scomparsa.

Ricordate che vi avevo avvisati che saremmo tornati su questa telefonata?

Ad oggi, questa registrazione non è ancora stata rilasciata dalla Polizia, nonostante i solleciti dei media, una petizione che lanciò la famiglia di Shannan e le richieste ufficiali fatte in sede giudiziaria dal loro avvocato, John Ray.

Perché la polizia non rilascia le registrazioni o una loro trascrizione?

Forse perché sul nastro c'è qualcosa che non vogliono far ascoltare? Forse perché è andato tutto perso e non vogliono ammettere la propria incompetenza?

Veglia per le vittime di omicidio ritrovate a Long Istand; Mari Gilbert è al centro - via Facebook

Il Dipartimento di Polizia di Suffolk più volte è stato accusato da Mari di superficialità

Nei dieci anni in cui hanno iniziato a cercare Shannan Gilbert, il dipartimento di polizia della contea di Suffolk si è ritrovato impantanato in uno scandalo. Il capo, James Burke, è stato coinvolto in un'indagine federale sulla corruzione. Almeno un rapporto suggeriva che era stato Burke a tenere l'FBI lontano dal caso del serial killer, preoccupato di avere agenti federali dentro casa che avrebbero scoperto gli affari poco leciti in cui era invischiato.

Il procuratore distrettuale, Thomas Spota, si è dimesso il 10 novembre 2017, dopo essere stato incriminato per accuse federali di ostruzione alla giustizia nelle indagini sul capo della polizia, James Burke.

Il killer


Ma scavando a fondo nella storia, approfondendo le indagini, le cose divengono sempre più inquietanti: la sorella adolescente di Melissa Barthelemy ha confidato di aver ricevuto più volte telefonate dall'assassino, dal telefono della sorella! La polizia ha rintracciato le chiamate dal cellulare della vittima e determinato che provenivano da Manhattan, precisamente dalla zona di Times Square. Le telefonate non duravano più di tre minuti. Per poter rintracciare una telefonata ci vogliono dai tre ai cinque minuti. Per questo motivo la Polizia ritiene che il killer sia una persona che conosce le procedure e le tecniche investigative, forse addirittura un ex poliziotto.

Nell'aprile del 2011, il New York Times ha pubblicato un possibile profilo del serial killer: si tratterebbe di un maschio bianco di età compresa tra i venti e i quaranta anni; sposato o con una ragazza fissa. Sarebbe ben educato ed un discreto oratore. Ha un lavoro che lo renderebbe finanziariamente indipendente, possiede un'auto o un camion costoso. Ha un lavoro stabile che gli darebbe accesso a sacchi di iuta o da imballaggio. Vive, o viveva, vicino a Ocean Parkway sulla costa meridionale di Long Island, dove la polizia ha trovato i resti. Solo una persona che conosce i luoghi poteva scegliere quelle zone per occultare i cadaveri. 

Altre ipotesi: visto che le vittime identificate sono sparite nei mesi estivi il killer si è ipotizzato che potesse essere un vacanziero stagionale; oppure un residente che aveva casa libera in quel periodo, perché magari moglie, figli o genitori andavano via per una vacanza e lui era libero di dar sfogo ai suoi istinti.

Agghiacciante ipotesi, se ci pensate, che configurano il ritratto del classico serial killer, come abbiamo imparato a conoscerne a decine, tra cronaca e rappresentazioni televisive e cinematografiche: il classico "buon uomo", amato dai vicino, con una famiglia ed un lavoro, affascinante, che nasconde un buio che lo divora e lo porta a compiere azioni agghiaccianti.

I sospettati


Nel corso degli anni ci sono stati sospettati e persone su cui si sono concentrate le indagini. Il più delle volte concluse con un nulla di fatto.

I primi ad essere indagati sono stati ovviamente il cliente e l'autista, Joseph Brewer e Michael Pak. Entrambi presto scagionati.

Sospetti anche per l'ex capo della polizia della contea di Suffolk, James Burke; nel 2016 una escort di Long Island ha rivelato di aver avuto un incontro sessuale piuttosto duro con lui in un appartamento vicino a dove sono stati ritrovati i corpi. Venne scagionato in quanto non c'erano prove che legavano James Burke agli omicidi.

Due giorni dopo la scoperta dei resti di Shannan Gilbert, James Bissett, un imprenditore locale, si tolse la vita nella sua macchina al Veterans Park di Mattituck. James Bissett gestiva un acquario e dei vivai, aveva dunque accesso a sacchi di tela, della stessa tipologia di quelli usati dal killer per occultare i corpi. In vari forum e podcast americani si ipotizza che Bissett conoscesse Shannan, che fosse un suo cliente. Le indagini l'hanno comunque scagionato. 

Nell'elenco dei sospetti venne incluso il Dottor Peter Hackett, residente di Oak Beach e vicino di casa di Brewer. Storia curiosa questa del dottor Hackett. Due giorni dopo la scomparsa di Shannan, il dottore chiamò la madre, Mari Gilbert, dicendo che la ragazza si trovava in una casa per ragazze difficili che volevano abbandonare la vita di strada e che lui si stava prendendo cura di lei. Tre giorni dopo aver chiamato, telefonò di nuovo a Gilbert, questa volta per negare di aver mai avuto contatti con Shannan. Quando però le sorelle di Shannan andarono da lui, il dottore negò di aver mai chiamato Mari e di non aver mai visto Shannan. Gli investigatori in seguito hanno confermato tramite i registri telefonici che Hackett ha chiamato Mari due volte dopo la scomparsa. Nonostante questo, non venne mai considerato un vero sospetto. Dominick Varrone, ex capo dei detective, ha dichiarato alla CBS News che Hackett “È un individuo a cui piace essere coinvolto". Nonostante questo Mari Gilbert ha intentato nel novembre 2012 un'azione legale contro il dott. Peter Hackett, accusandolo di aver contribuito alla morte di Shannan avendole somministrandole, come riferito a lei da un vicino di casa del dottore, dei farmaci per calmarla che poi avrebbero causato la sua morte. Hackett ha negato tutte le accuse e la causa è stata archiviata nel 2018.

Il film Lost Girls si concentra proprio su questo aspetto delle indagini, presentando la figura ambigua del dottore e gli sforzi di Mari per dimostrare quanto credeva.

Il dottor Peter Hackett ora vive in Florida con la famiglia. Continua ad essere periodicamente contattato dai media per rilasciare dichiarazioni. Una delle ultime sua apparizione è per una intervista per il programma Crime Watch Daily. Intercettato dalla troupe che lo incalza con le domande, il dottore prima afferma di non aver niente a che fare con la morte di Shannan poi viene colto da un improvviso attacco di cuore e crolla a terra incolpando la troupe per quello che è successo.

Potete vedere il video integrale qui sotto:




Altro indagato "eccellente" è un falegname di nome John Bittrolff. E su Bittrolff c'è da scrivere un capitolo a parte.

Il killer della porta accanto


Il 2 novembre del 1993, viene rinvenuto nella contea di Suffolk il corpo senza vita della trentunenne Rita Tangredi, conosciuta dalla polizia come prostituta.

Il 30 gennaio 1994 vicino William Floyd Parkwaya a Shirley, New York, sempre nella contea di Suffolk fu trovato il corpo della ventenne Colleen McNamee, anch'essa prostituta.

Entrambe le ragazze furono picchiate, strangolate per poi essere lasciate a morire in una zona boscosa.

Nel luglio 2014, la polizia arresta a Manorville, New York, John Bittrolff, falegname di professione. E' accusato degli omicidi delle due donne, e sospettato dell'omicidio di una terza donna, Sandra Costilla, il cui corpo era stato scoperto a North Sea, una piccola comunità nella città di Southampton, New York.

John Bittrolff


La Polizia è arrivato a John Bittrolff attraverso suo fratello, Timothy. Parti di DNA trovato sui corpi delle vittime corrispondeva in maniera parziale al materiale che la Polizia aveva in archivio, quello di Timothy Bittrolff, arrestato un anno prima per un altro reato. Da lì sono partite le indagini: il 5 luglio 2017, Bittrolff è stato dichiarato colpevole degli omicidi di Tangredi e McNamee. È stato condannato a scontare cinquant'anni di prigione ed è attualmente imprigionato presso il Downstate Correctional Facility.

Ma che c'entra John Bittrolff con gli omicidi di Long Island? 

Nel novembre del 2000, a Manorville, dove viveva Bittrolff, venne scoperto dentro un sacco della spazzatura il busto di una donna vittima di omicidio. La sua identità rimane sconosciuta.

Nel 2011, vennero ritrovati a Gilgo Beach la testa, le mani e le gambe della donna non identificata il cui busto era stato ritrovato a Manorville undici anni prima.

Sempre a Manorville, nel 2003, venne trovato il busto di un'altra giovane prostituta, Jessica Taylor.

Nel 2011 il cranio e le mani di Taylor sono stati trovati a Oak Beach, adiacente a Gilgo Beach. Questa volta si è riusciti a risalire all'identità della donna per via di un tatuaggio che la donna aveva sul corpo.

Un altro legame tra Bittrolff e il caso del serial killer di Long Island è diventato evidente quando è stato rivelato ad una giornalista che si era occupata del caso che la figlia adolescente di Rita Tangredi, una delle donne uccise da Bittrolff sarebbe stata la "migliore amica" di Melissa Barthelemy, una delle vittime del killer di Long Island.

Ma chi è John Bittrolff? 

Scopriamolo, tenendo a mente il profilo del killer tracciato dagli esperti dell'FBI: John Bittrolff è un maschio bianco di quarantotto anni che ha lavorato come carpentiere per gran parte della sua vita. È cresciuto a Mastic Beach, New York, è sposato e ha due figli; i vicini affermano che è sempre stato amichevole, prodigandosi spesso per aiutare chi gli è attorno.

Nonostante tutto, non ci sono prove che collegano Bittrolff agli omicidi di Gilgo Beach.

Un ennesimo buco nell'acqua, sembrerebbe, un nulla di fatto che pesa come un macigno su Mari Gilbert e tutti i familiari delle vittime.

Nuove prove


Ad oggi, non si sa chi sia il killer di Long Island.

Nel Gennaio del 2020 la Polizia ha tenuto una conferenza stampa e, come raccontato, ha messo online un sito web per diffondere quando in loro possesso e ricevere segnalazioni. In questa occasione la Polizia ha pubblicato le immagini di una cintura trovata sulla scena del crimine vicino a Ocean Parkway. Ci sono rappresentate delle iniziali, HM o WH, a seconda di come si tiene la cintura. Sono forse le iniziali del nome del killer?




Le indagini sono ancora aperte; quello che si sa, per ora, è che ci sono dieci donne brutalmente assassinate, donne che meritano giustizia, e che un killer è ancora a piede libero.

Mari


Il film Lost Girls si concentra su Mari e sulla sua lotta per la verità. Nella realtà la lotta venne compiuta da tutti i familiari delle vittime. Vittime che, in questo caso, fanno parte degli esclusi della società, e per questo vengono spesso trascurate. La loro professione, segna in maniera crudele, agli occhi dei poliziotti, dei giornalisti ma anche dell'opinione comune, il loro destino, lasciandole spesso relegate in un angolo, materia da becera cronaca nera.

Mari si ribellò a questo. Impose l'attenzione delle forze dell'ordine nei confronti della figlia e delle altre vittime, e riuscì a cambiare questo status.

E' arrivato allora il momento di parlare anche di Mari e della sua vita, toccata spesso da eventi drammatici, passata per la morte violenta di una figlia e conclusasi in maniera ancora più tragica.

Mari Gilbert è nata il 22 Giugno 1964 nel New Jersey. È cresciuta a Lancaster, in Pennsylvania, ma si è trasferita con le sue tre figlie più grandi, Shannan, Sherre e Sarra, nello stato di New York per sfuggire al marito dipendente dall'eroina. Mari ha svolto una vari lavori per andare avanti e crescere le figlie. Il suo nuovo partner, il padre della figlia più piccola, Stevie, è stato arrestato per violenza domestica e i suoi figli hanno trascorso quasi due anni in affidamento. Le ragazze alla fine tornarono a casa dalla madre, mentre Shannan avrebbe continuato a passare altri anni in affidamento. A 12 anni, diagnosticarono a Shannan un disturbo bipolare. La ragazza era difficile da gestire, e Mari cercò di aiutare la figlia come poteva.

A descrivere il carattere di Mari ci ha pensato lo scrittore Jonathan Stack nella postfazione del suo libro, Lost Girls. Lo scrittore racconta che il carattere di Mari era un carattere duro, incline al confronto, conflittuale, e Mari era una donna che sapeva come raggiungere i suoi obiettivi, e per questo utilizzò e manipolò spesso i media per raggiungere i suoi scopi, far parlare del caso, accendere i riflettori su aspetti della vicenda che venivano trascurati.

Nella sua testarda caparbietà, nella sua ruvidezza, Mari Gilbert non ha mai rinunciato a cercare la verità per sua figlia.

Una storia di questo tipo non può avere un lieto fine per nessuna delle persone coinvolte, ed è questa la cosa più straziante.

Sarra, la figlia di Mari, aveva gli stessi problemi di Shannan e soffriva di schizofrenia.

Nel 2016, Sarra accoltella la madre a morte. Forse aveva smesso di curarsi per la sua malattia, forse aveva dei forti risentimenti nei confronti della madre, fatto sta che pugnalò la madre quasi 227 volte.

Questo è il servizio che le dedicò la CBS New York.



Nel 2017, Sarra è stata giudicata colpevole di omicidio di secondo grado. Attualmente sta scontando venticinque anni di carcere statale.

E le altre sorelle?

Sherre continua a lottare per cercare di scoprire la verità sulla morte della sorella: ha creato una pagina Facebook Praying for Shannan Mari, con più di 9000 "mi piace", su cui pubblica ricordi e notizie relative al caso e invita chiunque sia a conoscenza di qualsiasi informazione possa aiutare a farsi avanti.

Stevie, la terza delle sorella di Shannan, è rimasta fuori dai riflettori. Se vedete il film Netflix noterete come di lei non ci sia traccia. Ha testimoniato al processo che ha visto coinvolta la sorella Sarra, dichiarando che non è stata la malattia mentale ad aver portato Sarra a uccidere Mari, ma le droghe e l'odio a lungo termine.

Qui potrete accendere una candela virtuale in memoria di Mari Gilbert.

Lost Girlsanime perdute...

Mari Gilbert con le figlie - via Facebook


Fonti:

Gilgo News
Pix11
ABCNews
The Cut
The Tab
Vice
"Social Media Monsters: Internet Killers" di RJ Parker e JJ Slate

Commenti

  1. Storia terribile che non conoscevo! Andrò a cercarmi il film che a questo punto voglio vedere!
    Sabrina

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