"Favole vere e favole di plastica": Sergio Leone riflette sul cinema in un articolo del 1985

31 anni fa moriva Sergio Leone.

Lo ricorderò (ri)vedendo nei prossimi giorni i suoi film che più amo (per la cronaca, la Trilogia del Dollaro e C'era una volta in America).

Voglio ricordarlo anche pubblicando questo articolo che conservo gelosamente da svariati anni uscito sull'Unità nel 1985, in occasione dei festeggiamenti per i novant'anni del cinema.

L'85 fu l'anno in cui Sergio Leone fece man bassa di premi per C'era una volta in America.

Leggendo questo articolo (fatelo anche voi, basta cliccare sull'immagine per ingrandirla e leggerlo comodamente) mi viene da pensare solo una cosa: chissà cosa ne penserebbe Sergio Leone del cinema attuale.

"Novant'anni e li dimostra tutti", così esordiva Sergio Leone nell'articolo, per poi continuare:

"Oggi dobbiamo patire le pene dell'inferno col sorriso sulle labbra e accettare che John Rambo, E.T., Luke Skywalker, Indiana Jones, i Gremlins, Dorothy di Oz, Conan il Barbaro e adesso persino Babbo Natale soffino il posto all'Uomo ombra, alle giovani marmotte di Frank Capra, a Billy the Kid, a Sam Spade e Philip Marlowe, alle commedie di Neil Simon, a Lee Marvin, al Fronte del porto, a Paul Newman e alle dirigenze di John Ford. Spiace dirlo. Soprattutto a me. Ma il cinema è invecchiato male".

Sergio Leone cita Rambo, Luke Skywalker, Indiana Jones, i Gremlins, molti eroi riproposti più e più volte fino ad oggi da un cinema sempre più ridotto a "costosissimo caleidoscopio".

Il suo è un punto di vista, che vi propongo come testimonianza: da amante, anche, di quel cinema fatto di effetti speciali e azione adrenalinica, sia di quelle che Sergio Leone chiama "favole vere" che di quelle "di plastica", posso solo essere contento di vivere in un tempo in cui con un semplice click è possibile avere a disposizione tanta varietà da ogni parte del mondo.

Favole vere e favole di plastica: l'importante secondo me è saperle riconoscere e, comunque, amarle per quello che sono.