Esche per polli (e i polli siete voi)

 


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Vi è mai capitato di vedere titoli simili sui giornali online? Ne appaiono a decine tutto il santo giorno, navigando, scrollando la home di Facebook, qualcuno anche su Ig. Mentre prima erano appannaggio esclusivamente di quei giornali online di dubbia fama, adesso sono titoli che possiamo vedere tranquillamente sulle home dei quotidiani nazionali dal passato glorioso.

L'ultimissimo fenomeno l'abbiamo letto in questi giorni e riguarda il triste fatto di cronaca del ragazzino undicenne di Napoli suicida per "colpa" di un macabro gioco sul web. Il ragazzino sarebbe una vittima del misterioso ed inquietante "Jonathan Galindo".

E i giornali ci hanno ricamato sopra alla grande. Troppo ghiotta, troppo invitante questa notizia per non sguazzarci dentro come un sorcio in un mare di formaggio. Un responsabile bisogna trovarlo per forza, e quel Pippo inquietante è perfetto per il ruolo...  

Nonostante non sia stato confermato nulla, nè tanto meno che la colpa sia di questo "Galindo".

Ovviamente per i giornali è molto più facile vendere la storiella presa direttamente da un creepypasta che rispettare il dolore dei genitori e aspettare ulteriori prove.

I motivi di tutto questo sono più tristemente prosaici, e torniamo alle centinaia di titoli come quelli in cui ho ironizzato qualche riga sopra. E alla fine si riduce tutto alla corsa a farvi cliccare su questi titoli ad effetto, farvi aprire la pagina, inondarvi lo schermo di invasive pubblicità.

Si chiama "clickbait", che vuol dire "esca da click" o, italianizzando "acchiappaclick". Indica un contenuto web la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile di fessacchiotti navigatori. Lo scopo? Ovviamente generare rendite pubblicitarie online.

Eggià, perchè ogni volta che si apre una di queste pubblicità, produce delle visualizzazioni, che, raggiunto una soglia che varia da piattaforma a piattaforma, genera introiti. Se poi vi venisse voglia oppure per sbaglio cliccaste su una di queste pubblicità, la vostra azione genererebbe al portale altri introiti. Pochi centesimi, ma sommatele alle migliaia di persone che visitano quotidianamente un portale giornalistico noto, e capirete da soli perchè è una delle strategie più usate in campo editoriale.

E' illegale? No.

E' deontologicamente scorretto? Ni, nel senso che attirare visitatori con titoli farlocchi non è che sia proprio una benedizione di Mister Deontologia Professioanale, ma se fatto ad arte può essere un valore aggiunto al portale e allo stesso articolo.

E' una novità del mondo internet che di questi tempi è proprio brutto signora mia? No. Ricordo che quando iniziai a lavorare per un settimanale cartaceo, la modifica dei titoli era pratica comune. Magari il titolo non rispecchiava neanche lontanamente quello che andavo a raccontare, ma tant'è.

E' un po' lo stesso trucco che usano alcuni giornali, soprattutto locali, che pubblicano pagine e pagine di foto di un evento o fiera o chissà cosa solo perchè, cavolo, tu lettore, non te lo compri il giornale dove c'è la tua foto sgranata e con faccia paonazza, magari anche in bianco e nero? La compro e la faccio comprare ai parenti, ovviamente. La conservo per i posteri, cavolo. E il giornale vende.

Ma torniamo al web. E ai poveri giornali e giornalisti del web, che in qualche modo devono pure campare. Possibile che l'unico modo che i giornali hanno di tirare su qualche spicciolo è utilizzare questi mezzucci?

E qui entriamo in un campo minato.

E allora vi porto il nostro esempio, e facciamoci un po' di cavoli del Preferito Network: il Preferito Network ha tre portali - Sitopreferito, RomaStorie e La Ragazza Preferita - dentro ci sono i Google Adsense e alcuni inserzionisti esterni che hanno dei benefici a stare nelle nostre home - visibilità innanzi tutto.

Gli accessi non mancano. Sitopreferito è la testa d'ariete, un portale che ha venti anni, con dentro migliaia di articoli ben indicizzati da Google; la Ragazza Preferita ha dalla sua il fascino senza tempo delle ragazze che ospitiamo, senza contare le partnership con Miss Pin Up e Miss Cuba Europa, RomaStorie è un portale su cui stiamo continuando a lavorare per dare un'identità ben precisa - iniziata quando abbiamo deciso di lasciar perdere i comunicati stampa che pubblicavano gli altri portali e puntare su storie inedite. Il successo della rubrica "Storie, leggende e fantasmi di Roma" a cura di Marco Sindici per esempio ci sta dando parecchie soddisfazioni.

Riusciamo a starci dentro con le spese, pagare i collaboratori, mantenere i server, acquistare attrezzature, etc etc? A malapena riusciamo a pagare i server con quello che guadagniamo con Google.

E in questi tempi lasciamo proprio perdere...

Perchè allora andiamo avanti?

(Mi faccio le domande e mi scrivo le risposte, si).

Perchè essenzialmente siamo dei pazzi furiosi, perchè la visibilità dei portali ci ha portato e ci porta altri lavori, perchè ci piace raccontare storie, perchè ci piace il mondo del web, la sua continua evoluzione, in suo essere così pieno di possibilità, instabile ed eccitante.

E infatti tra un po' faremo il solito carpiato che facciamo ogni tot periodo e rivoluzioneremo un po' i portali, per portare un po' di freschezza, per trovare quell'originalità che dovrebbe essere la priorità per chi decide di raccontare storie.

Ci fa schifo guadagnare di più dal nostro lavoro? No. Abbiamo provato altre piattaforme di pubblicità online ma quando io ero il primo ad aprire una pagina e non sapere dove iniziasse l'articolo e dove finisse la pubblicità abbiamo deciso di chiudere con le partnership più invasive. 

Non ci è mai venuto in mente di utilizzare titoli furbi per acchiappare utenti. E non perchè siamo più bravi. Ma perchè io sono il primo che testate che usano questi mezzi le elimino dal mio orizzonte web.

Perchè nella mia schizofrenica carriera di scribacchino la prima cosa che ho imparato è che il lettore va rispettato e informato (e a volte non in questo ordine).

Ecco, forse il punto è tutto qui. Questi potali non vi rispettano, per loro siete solo polli che abboccano.

E voi avete il potere di eliminarli per sempre dal vostro browser.

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